[c.s.] Nel marzo 2022 si è spento l’amico e appassionato collega Sergio Pesavento. Ex atleta e poi ottimo dirigente nel mondo dell’atletica, è stato il fondatore di una ormai storica società di atletica leggera a Montecchio Precalcino, di cui è stato per decenni anima, icona, allenatore e infine presidente tuttofare aiutato dalla moglie Renata.
Perché parliamo di lui e del club Polisportiva Montecchio Precalcino? Perché questa è una storia da conoscere. Da una parte perché con la sua morte la società ha rischiato di chiudere, visto che a mandare avanti la baracca era soprattutto lui. Dall’altra per il fatto che la vicenda dello stadio di atletica di Montecchio “negato” alla società di casa deve far riflettere.
La ripartenza. Partiamo dal primo punto. Gli adulti del club, pochi ma buoni, tra loro l’atleta master e tecnico Antonio Carollo, dopo le prime settimane di scoramento con i soliti 4/5 soci assidui stanno provando a proseguire l’attività, soprattutto con i piccoli, prendendo in mano anche il fatto tecnico prima appannaggio del solo Sergio. Organizzano alcuni momenti di allenamento, corsa ed esercizi e un po’ di tecnica, nel vivace vivaio ci sono una ventina di Esordienti, poi un gruppo di Ragazzi e Cadetti. Gli adulti al momento, quelli che intendono gareggiare, fanno da soli. I soci di cui parlavamo danno del tempo per allenare i giovani, due di loro si sono messi a seguire il corso on line della Fidal sui temi della gestione di una Asd, quattro hanno fatto il corso Blsd, una signora dà una mano per le iscrizioni Csi. Intanto si attende l’atteso rientro di Renata, la vedova di Sergio. Insomma questo è un panorama di di piccolo grande volontariato che va sostenuto, questa società ha una storia e non si può perdere.
Lo stadio “negato”. Questo è il particolare che più dà fastidio, e che ci porta a considerazioni generali sulla gestione dello sport e dell’atletica in Italia. Per decenni Sergio Pesavento non ha potuto usare lo stadio realizzato nel suo Comune. Non si sa per quali contrasti, ma in sostanza l’amministrazione gli negò l’utilizzo della struttura e la società da sempre si allena nelle strutture messe a disposizione di Sarcedo. Non c’è altro da aggiungere, tutto è molto chiaro, ci si deve chiedere come faccia uno stadio pagato con i soldi pubblici e con una pista di atletica a non ospitare la società giovanile dello stesso Comune. Qui si apre il grande problema, generale, degli stadi d’Italia a doppia disciplina dove, in molti casi, il calcio la fa da padrone con l’accordo della politica. Una cosa che deve finire, caso per caso, nelle giuste sedi. Il mondo dell’atletica deve iniziare ad alzare la voce. Per capire qualcosa di più, tornando a Montecchio Precalcino, il 9 marzo 2022 è uscito questo articolo che riportiamo sul quotidiano online gazzettino.it
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IL GAZZETTINO (gazzettino.it)
Addio a Pesavento, grande atleta e dirigente sportivo ma per decenni in esilio dal “suo” stadio
NORDEST > VICENZA-BASSANO
Mercoledì 9 Marzo 2022 di Claudio Strati
MONTECCHIO PRECALCINO – Diverse centinaia di persone erano all’ultimo saluto a Sergio Pesavento, riempiendo il centro cerimoniale della parrocchia di Levà, a pochi metri dalla chiesa. Un momento di attenzione e ricordo verso una persona che ha dato molto al paese, sotto il profilo dell’impegno di volontariato nello sport, ma con la particolarità di grossi problemi storici con l’ente comunale, una vicenda che per decenni ha fatto sì che gli fosse negato l’utilizzo dello stadio: una vicenda all’italiana che ha dell’inverosimile.
Da maglia azzurra a tecnico e dirigente
Sergio Pesavento, già grande atleta azzurro del mezzofondo con la Forestale negli anni ’80, quelli di Mei e Cova, si è spento ad appena 64 anni dopo un paio di mesi di dolorosa sofferenza all’ospedale di Santorso. Lascia la moglie e quattro figli. Fortissima la commozione e l’adesione al dolore. Tra l’intero paese presente a ricordarlo e ringraziarlo spiccavano le giacche rosse della “sua” società di atletica leggera, e il parroco ha sottolineato come da tempo, causa lockdown e dintorni, non si vedessero tanti giovani a una cerimonia religiosa, seppur così triste. C’erano i suoi ragazzi infatti, una giovanissima ha ricordato Sergio e la sua vicinanza ai valori dello sport e a “fare gruppo”: «Sappiamo che quando arriveremo al traguardo tu sarai là con noi». La figlia ha spiegato commossa che il papà rimarrà nel cuore della famiglia, e alla fine Antonio Carollo, atleta e collaboratore di lunghissimo corso, ha ripercorso con emozionanti parole il rapporto sportivo e umano con Sergio, suscitando un caldissimo applauso. Pesavento fu, tra l’altro, in maglia azzurra ai mondiali di cross di Roma nel 1982, sfiorò l’accesso alle Olimpiadi, vinse diverse competizioni importanti, lasciando tempi memorabili nei 5.000 e nei 10.000 in pista, rispettivamente 13’37”75 a Pisa e 28’11”99 a Firenze, come riportano gli annali della Fidal, si cimentò anche nelle lunghe distanze su strada e nella maratona. Un uomo dedicatosi quasi totalmente allo sport perché, dopo la carriera di atleta, si diede da fare come tecnico e come dirigente, seguendo e guidando per decenni la Polisportiva di Montecchio Precalcino, attiva nell’atletica leggera con piccoli e grandi sia nel Csi sia con la Fidal..
Un club sportivo in “esilio”
Ma proprio questa società che porta il nome del Comune ed è annotata nell’elenco delle associazioni comunali vive il suo sport al di fuori del Comune da lunghissimi anni. E’ stata ed è accolta con grande entusiasmo, da sempre, nella vicina Sarcedo, dove può utilizzare palestra, campo sportivo verde, pistino della scuola. Ma non mette piede mai allo stadio comunale di Montecchio Precalcino, dotato di una pista di atletica. Una realtà con un’ottantina di praticanti, radicata nel territorio. Le incrostazioni e le incomprensioni risalgono a tanto tempo fa, dissidi (di tipo probabilmente personale ma che non c’entravano nulla con lo sport) che portarono via dallo stadio il club di Pesavento, uomo tutto d’un pezzo che risolse in altro modo e fuori Comune la situazione. Addirittura chi ricorda quei tempi spiega che il Comune allora, viste le critiche di parte della cittadinanza che lamentava la presenza di un impianto non utilizzato, cercò di coinvolgere prima un’altra società presente nella vicina Dueville, e poi di far nascere addirittura una società alternativa e “amica” di atletica a Montecchio, ma tutti si tirarono indietro per quello che sarebbe stato un evidente sgarbo verso Pesavento e il suo club. Poi lo stadio andò in concessione alla società di calcio e l’utilizzo per l’atletica rimase, ed è rimasto, abbastanza episodico.
Da decenni è così, dice il sindaco
«La pista esiste da quando è nato lo stadio – spiega il sindaco Fabrizio Parisotto – e so che è stata anche data in uso ad alcuni atleti, ad esempio a una forte atleta di Villaverla. Non conosco bene la situazione, so che c’erano state diatribe con responsabili delle amministrazioni del tempo. In ogni caso noi per la pista è un valore e ne facciamo la manutenzione, ci abbiamo speso anche di recente 5mila euro».
Ma non è mai stato possibile superare gli screzi? Avere una pista in casa e la società locale di atletica costretta ad andarsene fuori non è normale per un ente comunale. Pensate di fare dei passi? «Guardi, io non sono precluso a nulla – dice Parisotto -. La situazione la segue soprattutto il mio vicesindaco Simone Gasparotto. Io devo dire che le vicende sono ben lontane nel tempo… Sull’impianto sportivo dello stadio stiamo investendo tuttora, anche con una tensostruttura e nuovi parcheggi. Il club di calcio che ha in concessione l’impianto è molto disponibile e aperto a tutti».