Spedizione fantastica, nonostante la sfortuna che continua a perseguitarci in quella buca del lungo. A Jesolo, ai campionati italiani Cadetti/e, i marconiani si sono fatti valere e hanno portato a casa un bel bagaglio, dentro il quale ci sono un argento, un bronzo, un settimo posto sul podio, un tredicesimo e due prestazioni vicine al personale che valgono due 14. posti. Siamo uno dei gruppi più forti d'Italia, nonostante tutto.
Lo sport porta felicità e colpi di sfortuna.
L'amarezza più grande è per Gloria Gollin, chiamata a fare benissimo nel lungo forte del suo primato italiano stagionale.
Sotto il diluvio, il sabato mattina, la fanno saltare lo stesso nonostante in quel momento venga giù un acquazzone biblico. Decisione davvero assurda viste le condizioni limite della pedana e anche ... della visibilità. Il 4,75 ne è l'esito scontato. Dopo la Gloria (dopo...) i giudici "si accorgono" che non è possibile saltare e sospendono la gara, ma intanto un pezzo di frittata è fatto. Quando è il momento della seconda prova, l'atleta sa trovare le energie giuste, fa un bel lavoro, atterra addirittura verso la zona dei sei metri. Ma è un nullo millimetrico, purtroppo.
A quel punto la tensione sale, e con essa l'emozione, e al terzo salto, quello del tutto per tutto, ci sono problemi di variazione della rincorsa, per cui nulla di fatto! Fuori dalla finale, esattamente come 7 giorni prima era capitato a Beatrice Fiorese sulla medesima sabbia. Restiamo di sale, siamo tutti bagnati come pesci e ci domandiamo quale incredibile sorte abbia condizionato la gara della nostra atleta di punta. Delusione cocente per Gloria, autrice comunque di un'annata indimenticabile al primo anno di categoria, con ben sei minimi conquistati per gli Italiani (non crediamo ci fossero altri atleti nelle stesse condizioni) e un 5,80 stellare: e questo non viene cancellato nè dalla pioggia, nè dalla sfortuna. Per la squadra veneta comunque porta 12 punti.
Buttato giù in qualche modo il rospo, ma neanche tanto, il sole fa capolino nella seconda parte della giornata, e lì arrivano le prime belle soddisfazioni. Mentre inizia la gara di asta, nella quale Andrea Marin si dimostra già molto in palla, scattano i tre chilometri di marcia.
Erika Pontarollo si fa leggermente sorprendere in avvio, rimane un po' intruppata, deve spendere qualcosina per portarsi nel treno di testa. Quando accende il suo diesel, marcia bene, con una certa regolarità, e dai tempi per giro si vede che sta andando fortino, vicina ai suoi massimi livelli. Competizione impegnativa, con alcune atlete quattordicenni che già sembrano marciatrici professioniste (un po' presto per la loro età), mentre Erika sfoggia il suo stile elegante e trasparente, di atleta giovane che sta imparando (come dev'essere!) una disciplina molto impegnativa.
La attendiamo alla curva della partenza dei 200, per sostenerla a gran voce, nel finale si nota che è molto tirata, un'avversaria la supera grazie a un maggiore sprint, sul rettilineo del traguardo, da lontano, ci pare nona. Cavoli, fuori dal podio per un posto, imprechiamo. Invece è settima, splendida! Sul podio d'italia verrà premiata dal presidente nazionale Giomi. Le mancheranno lo sprint e il cambio di passo, ma è dotatissima di temperamento, del "non mollare". Il tempo, 15'33"1 è di appena 3 secondi sopra il personale, la sua seconda miglior gara dell'anno. Va bene così, il futuro è roseo perchè i margini di miglioramento sono enormi e le distanze si allungheranno, il che dovrebbe fare il gioco di Erika.
Intanto nell'asta le cose si fanno intriganti. Andrea Marin è pulito e ordinato, usa bene il tempo a disposizione, si concentra a dovere. Misure d'entrata di ordinaria amministrazione (3.10 e 3.30 senza sbavature); 3,50 e 3,60 se li beve alla prima prova, così ha già eguagliato il vecchio personale. Passa il 3,65 e si presenta al 3,70, misura che gli darebbe il nuovo PB. E' lo snodo fondamentale della gara. Qui l'emozione gioca qualche scherzo e Andrea fallisce i primi due tentativi. E' a un passo dall'esclusione, a quel punto sarebbe quarto, si tratterebbe comunque di una buonissima cosa. In realtà lo staff gioca la carta: passa la misura e si riserva l'ultima prova a 3,75, rinvigorendo anche mentalmente l'atleta. La novità in effetti rinfranca Andrea che supera la misura di slancio! Dopo di che il 3,80 va in archivio al secondo tentativo, spiazzando i concorrenti più alla portata e, sempre di slancio, è fatta al primo colpo sui 3,85. Incredibile, nuovo PB 25 cm. più in alto del precedente! La cosa manda in tilt anche Mandusic, ragazzone friulano accreditato perfino di un 4,50: sul 3,90 sbaglia la prima prova, per un certo nervosismo. Andrea si commiata sul 3,90, a quel punto energie fisiche e mentali sono esaurite grazie al grandissimo argento (al primo anno di categoria).
In serata va in pedana Edy Nichele per la gara di martello. Anche lui reduce da gare in cui ha sparato solo nulli e fuori settore. E' freddo buio, sul prato dello stadio Picchi, illuminato dai riflettori, aleggia una bruma scozzese, umidità spaventosa. Nei lanci di prova Edy fa lo scoop: una botta perfetta vicinissima ai 50 metri! In gara si contrae un po' e per due volte torna la maledizione dei nulli. Confortato dallo staff e dal tifoso-amico Riccardo, l'atleta sa reagire e al terzo lancio, nonostante sia partito già due volte e si sia fermato, alla terza gira con convizione e lancia molto bene. L'attrezzo atterra a 44,17, non lontano dal suo PB oltre i 46. Una buona cosa, l'onore è salvo e il 14. posto in Italia non è niente male.
Domenica ancora sole, per fortuna, e altri due nostri canguri all'opera, nell'alto maschile. Simone Busnardo e Riccardo Miglietta sono nello stesso gruppo, quello dei migliori. Riccardo supera senza problemi 1,60 e 1,70; un errore solo sull'1,75. Simone entra per "scaldarsi" a 1,65, poi sull'1,75 combina una marachella e deve ricorrere alla seconda prova per andare avanti. All'1,78 Riccardo, piuttosto teso, si ferma: siamo a due centimetri dal personale ma stavolta la misura non arride. In ogni caso è una bella esperienza al primo anno di categoria: 14. posto.
La scrematura procede e Simone comincia a girare a mille, infilando un percorso netto: 1,78, 1,81, 1,84, 1,86 superati tutti al primo tentativo, con molta sicurezza. Simone salta in gara e anche mentre attende, provando e riprovando tra sè e sè come un molleggiato, tanto che bisogna richiamarlo a stare anche un po' fermo e seduto, per evitare la troppa stanchezza. Lo snodo fondamentale della gara è sull'1,88. Lì si capisce, alla garibaldina, che "o si fa l'Italia o si muore". I primi due tentativi vanno male, uno anche in modo piuttosto evidente. Mancano un po' di velocità e l'affondo sottomisura, però, accidenti, lasciare lì l'incombenza farebbe male perchè le potenzialità dell'atleta si conoscono . Ma alla terza prova l'urlo liberatorio di allenatori e accompagnatori è alto e limpido. Il ragazzo ha saputo fare reset, andare al salto con grande convinzione, e supera la misura alla grande.
La fiducia è tornata e l'1,90 è una formalità da archiviare al primo colpo. Simone è già tra i primi quattro. E sull'1,92 ci fa soffrire un po', sbaglia le prime due prove ma vola alla terza, cade sul materassone e esulta. E' bronzo garantito, ormai, e gli errori sull'1,94 non contano più. Il "Busna" ha fatto centro! Anche nel suo caso, margini evidenti per migliorarsi.
Alla fine il Veneto è secondo, dietro la Lombardia. Le tute rosse festeggiano tutte insieme, è il momento della gioia.
Foto: Andrea nell'attesa snervante del suo turno; Simone gigioneggia dopo la conquista del bronzo, ringraziando i tecnici; Erika sul podio italiano premiata da Giomi; Riccardo un po' preoccupato durante la gara di alto; Gloria nella sabbia al terzo sfortunato tentativo; Edy e il collega Riccardo, arrivato al seguito, sorridenti dopo la gara.